martedì 13 novembre 2007

Linee programmatiche per l’azione politica

Sinistra Democratica nasce come movimento politico. Nasce, in tale forma, perché vuole perseguire uno scopo fondamentale e non più procrastinabile alla luce dei rilevanti cambiamenti politico – sociali ed economici che stanno attraversando il nostro Paese, nel disperato tentativo di invertire una concezione inadeguata ed obsoleta di pensare e di fare la politica.
SD nasce per unire. Unire e rendere di nuovo partecipi alla vita politica persone da tempo lontane da essa, ma ancora e sempre animate dal fuoco vivo della passione per la cosa pubblica; unire progetti, valori, idee, speranze, proposte, perché no, critiche, di quanti credono possibile un nuovo modo di intendere e di realizzare l’azione politica; unire ed interessare i giovani, gli anziani, le donne, i precari, i lavoratori, gli studenti, i dissidenti, i disobbedienti, i sognatori; unire tutti coloro che non vogliono credere che non ci sia più bisogno di una Sinistra forte, onesta, orgogliosa e di governo nella nostra Italia.
Tutto questo costa fatica e lavoro e passa per una delicata e complicata, quanto necessaria, attività di sintesi tra diverse posizioni che, per lungo tempo, hanno alimentato distinguo e divisioni nella Sinistra italiana.
SD nasce, ribadiamo, per fare questo e si colloca al centro, quale motore, di questo cambiamento.
Le compagne ed i compagni che hanno scelto di aderire al movimento, hanno questa laboriosa ed affascinante missione da compiere. Dobbiamo farlo con spirito di abnegazione, sospinti dalla forza dei nostri valori.
Le nostre quattro parole d’ordine, Pace, Ambiente, Lavoro e Diritti, non devono rappresentare la vuota forma di un esercizio lessicale, ma devono essere degli obbiettivi da perseguire concretamente.
Per fare ciò, ciascuno di noi è chiamato a fare un importante sforzo per spogliarsi di tutti quei residui di sovrastrutture ideologiche che inibiscono, o comunque alterano, la capacità di percepire, a tuttotondo, i problemi che siamo chiamati ad intercettare ed a risolvere.
Sul tema cruciale del lavoro e del precariato, ad esempio, pur non perdendo mai di vista la priorità che va data alle istanze dei lavoratori, dobbiamo essere capaci di dialogare anche con i datori di lavoro, con l’imprenditoria.
Non possiamo cadere, oggi, nella antica logica dicotomica della contrapposizione tout cour tra classe operaia e “padroni”.
Noi riteniamo, al contrario, che attraverso una politica tesa a favorire sul territorio la creazione delle migliori condizioni possibili per il prosperare della sana imprenditoria, si marci anche e soprattutto nella direzione della riduzione della disoccupazione mediante la creazione di nuovi posti di lavoro.
Il dialogo tra le parti rappresenta il modo più efficace per ottenere concreti e benefici riscontri a favore delle istanze sociali di cui SD sente di farsi carico, insieme alle altre forze della Sinistra italiana.
Unire la Sinistra e cambiare l’Italia è il nostro motto, la nostra ragion d’essere.
Per cambiarla, l’Italia, dobbiamo partire dal cambiare la nostra realtà quotidiana, la politica delle nostre Città, della nostra Provincia, della nostra Regione.
SD ha, davanti a se, un traguardo troppo grande e troppo importante per potersi concedere il superfluo lusso di guardarsi alle spalle rimuginando su ciò che è stato, su ciò che si è potuto fare e non si è fatto, su ciò che avrebbe potuto essere se le cose fossero andate diversamente.
Già nei fatti, a livello nazionale e via discendendo, SD è stata capace di dare vita, con le altre forze della Sinistra (PRC, PdCI, VERDI) ad un proficuo e non sterile dialogo trasformatosi già, concretamente, in iniziative unitarie che proiettano tutti noi verso un prossimo futuro di sintesi e di unità.
Siamo chiamati in prima linea a costruire qualcosa di nuovo e di altro rispetto alle origini di tutti noi portando in dote, al progetto unitario, il nostro tesoro di valori e di idee.
Più che accanirci nel ricercare le differenze di ciascuno con ciascun altro, è nostro preciso dovere individuare i mille e mille caratteri comuni che ciascuno di noi ha con le altre forze della Sinistra, nostre compagne di strada.
Sono questi i pilastri solidi sui quali andare a costruire la Casa Comune.
Ecco, allora, che la priorità di SD deve essere quella di favorire, ricercare e creare tutte le migliori condizioni possibili per accelerare il processo di unificazione della Sinistra a tutti i livelli possibili, coinvolgendo e non allontanando, dialogando ed aprendosi, anche attraverso un esercizio concreto di autocritica, se necessario.
Non ci possono essere aprioristiche chiusure verso nessuno, né dobbiamo cadere nella facile trappola di sentirci i migliori, i più bravi ed i più capaci.
Bisogna lavorare per smussare gli spigoli, per combattere i personalismi: SD deve saper ascoltare e deve guidare il cambiamento.
La limpidezza morale ed etica delle donne e degli uomini che hanno deciso o decideranno di condividere con noi questo grande progetto, deve rappresentare qualità inderogabile per ciascuno; è, questo, un principio fondante della nostra stessa esistenza e deve essere difeso, a spada tratta, a tutti i livelli; l’onestà intellettuale e morale, deve rappresentare il minimo comun denominatore di noi tutti e di quanti verranno, da subito o in futuro, a darci una mano nel nostro cammino.
Dobbiamo dare il senso concreto del cambiamento agli occhi di chi, magari scetticamente, guarda con rassegnata attesa alla nostra missione.
Dobbiamo essere in grado di vincere questa rassegnazione, dobbiamo essere capaci di far ricredere, con i fatti, quanti ritengono SD soltanto un nuovo contenitore di vecchi metodi e di obsolete tecniche, piuttosto che un nuovo palcoscenico da riciclo per stanche comparse della politica.
Non dobbiamo cadere nell’errore di criticare i meccanismi politici e di gestione, con l’obbiettivo di voler operare una semplice e bieca sostituzione di uomini nell’applicazione degli stessi.
Noi vogliamo e dobbiamo cambiare radicalmente quei meccanismi, vogliamo e dobbiamo rinnovare, rivoluzionare, l’intero sistema che, non da oggi, è fallito.
Per farlo è necessario operare, in primis, nell’ottica di realizzare una corsia preferenziale con i compagni degli altri partiti che sostengono il movimento unitario voluto da SD: Rifondazione, Comunisti Italiani e Verdi.
Costoro sono una risorsa, sono dei compagni di viaggio di cui fidarsi, con i quali dividere il lavoro per raggiungere rapidamente il traguardo comune, senza considerali un pericolo per la nostra visibilità o per la conquista del nostro piccolo ed inutile “posto al sole”.
Accanto a questo, però, dobbiamo essere capaci di non chiudere il dialogo con tutte quelle altre forze, come il Partito Socialista, ad esempio, che scelte contingenti tengono momentaneamente fuori da un discorso di tipo unitario. Anche il coinvolgimento della Società Civile intesa come “Sinistra diffusa”, deve rappresentare una sfida da vincere.
SD è una forza di governo. Ed è per questo che, accanto e contemporaneamente al consolidamento della “vocazione unitaria della Sinistra”, SD è chiamata ad assumere su di se, da protagonista, il ruolo cardine di propulsore del Centro Sinistra inteso come naturale ambito di azione politico – amministrativa presente e futuro.
Abbiamo il dovere di dialogare apertamente e proficuamente con tutte le forze che, come noi, si riconoscono nell’Unione e solo con esse: a tutti i livelli, a partire dai Comuni, per arrivare alla Provincia ed alla Regione.
I nostri interlocutori devono essere, dunque, il PD, l’ UdEUR, L’ITALIA DEI VALORI, e tutte le altre formazioni che si riconoscono, apertamente, nella coalizione di centro sinistra che regge l’Italia.
Non è pensabile, né mai realizzabile, una alleanza diversa tra SD e forze politiche e/o uomini che ne fanno parte, appartenenti ad un ambito diverso da quello che è il nostro alveo naturale: il centro sinistra. Sarebbe del tutto contro natura e contro ogni principio.
Abbiamo due sfide davanti a noi: unire la Sinistra e unire il Centro Sinistra; per questo dobbiamo spenderci generosamente e per questo vogliamo lavorare, tutti insieme.

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